Incontro in Funzione Pubblica: una scena che richiama il discorso dell'On. Matteotti (30 maggio 1924) Solidarietà del Direttivo Nazionale al Vice Presidente Aggiunto Alberto Maria Viceconte (il video).

13.12.2024

Roma 12 dicembre 2024 – Durante l'incontro in Funzione Pubblica, il sindacato ITAMIL Esercito ha partecipato ai lavori ribadendo la propria posizione critica riguardo al contratto del comparto Difesa. Tre anni di attesa per un misero aumento di soli 100 euro. Tuttavia, quanto accaduto durante i lavori tecnici ha ricordato il clima ostile del celebre discorso dell'On. Giacomo Matteotti del 30 maggio 1924, interrotto più volte da contestazioni e ironie provenienti dai banchi avversari. Un nostro dirigente, il Vice Presidente Aggiunto Alberto Maria Viceconte, ha subito interruzioni e subdole ironie da parte di alcuni rappresentanti sindacali a favore del rinnovo contrattuale e remissivi, più interessati ai formalismi e alle concessioni che a una seria tutela del personale. Solo l'intervento dei Funzionari presenti ha riportato l'ordine in sala, tacitando quei "sabotatori" che rischiavano di compromettere i lavori.

Riflessioni

L'episodio potrebbe assumere tratti terribilmente significativi se valutato dal punto di vista del contegno militare, così come contestato al Segretario Foti per alcuni comunicati stampa, considerando gli sviluppi della discussione accesa e la differenza di ruoli tra i protagonisti, avvenuta dinanzi a funzionari dello Stato. Questo solleva spunti di riflessione sulle eventuali violazioni dell'articolo 732 del Codice dell'Ordinamento Militare. Oppure la rigidità si applica esclusivamente ai dirigenti del Sindacato Itamil Esercito? Esistono forse due pesi e due misure nelle contestazioni?

La posizione di ITAMIL:

Abbiamo assistito, in silenzio a un clima surreale. Alcuni Sindacati chiedevano la "conta" di chi firma. Dirigenti sindacali impegnati a stilare una lista della spesa priva di visione strategica. Rappresentanti soddisfatti di aumenti irrisori di pochi euro sul CFG, indifferenti alle difficoltà dei pendolari e al crescente costo della vita, e ovviamente interessati solo a distacchi e permessi. Quando ITAMIL ha preso la parola, è stato per ribadire che questo contratto tradisce le aspettative del personale che rappresentiamo: un compromesso che non difende né gli stipendi né le famiglie dei militari. A quel punto, alcuni dirigenti di quelle sigle sindacali, pronte a firmare "già da luglio", hanno reagito con ironia e atteggiamenti non comprensibili dimostrando scarso rispetto per chi rappresenta la voce di un personale esasperato, che vive alla soglia della povertà. Basta illusioni, il personale merita rispetto. A chi si dichiara "soddisfatto" degli aumenti e delle condizioni attuali, chiediamo di smettere di offendere l'intelligenza dei lavoratori, ma soprattutto di avere il coraggio di spiegare a quanto ammontano le indennità promesse al personale e di evitare di parlare di incremento degli assegni di funzione, valorizzazione economica dei gradi apicali e del direttivo, quando avendo sottoscritto questo contratto non esistono ulteriori risorse alle promesse fatte in campagna elettorale. Il personale ha bisogno di sindacati coraggiosi, non di accordi remissivi che prevedono aumenti poco significativi.

Totale è l'indifferenza verso il problema del pendolarismo che divide le famiglie e le difficoltà economiche.

Non si comprende cosa dobbiamo comunicare ai ministri della Funzione Pubblica e della Difesa, visto che il Sindacato ITAMIL Esercito e il suo Segretario Generale Girolamo Foti sono da mesi sottoposti ad avvii di provvedimenti disciplinari e inchieste formali su materie attinenti alla legge 46/2022, riguardanti il rinnovo del contratto, straordinari, benessere del personale, e dichiarazioni nei confronti delle autorità politiche e dei collaboratori della Difesa, come espresso nell'atto parlamentare n. (4-03913) dell'Onorevole Zaratti.

Ora, all'avvio dei provvedimenti disciplinari , si aggiungono anche gli attacchi mediatici di alcune sigle sindacali, interruzioni e ironie durante i lavori tecnici in Funzione Pubblica.

Questa situazione, che vede un Presidente del Consiglio e il Ministro della Funzione Pubblica pienamente informati dai nostri studi legali ma che non sono mai intervenuti in contrattazione, impone una seria riflessione del Parlamento su come vengono gestite le trattative per il rinnovo contrattuale e su cosa possiamo dire al Ministro della Difesa senza temere di urtare la sua suscettibilità.

Solidarietà e determinazione:

Il Segretario Generale Girolamo Foti esprime piena solidarietà al Vice Presidente Aggiunto Alberto Maria Viceconte e ai membri dell'esecutivo nazionale Enrico Lecca e Massimo Salvioni, oggetto di inaccettabili interruzioni. Continueremo a combattere per un contratto equo, per difendere i diritti dei militari e delle loro famiglie, e per smascherare chi, allineandosi alle posizioni governative, sacrifica il futuro del personale sull'altare del compromesso. Siamo seriamente preoccupati: tira una brutta aria.

Ovviamente, ringraziamo per la serietà, la professionalità e la neutralità i rappresentanti della Funzione Pubblica e il coordinamento delle rappresentanze Sindacali dello Stato Maggiore della Difesa, grazie ai quali siamo ritornati al tavolo, perché hanno conquistato stima e fiducia da parte della nostra organizzazione sindacale con la loro professionalità e competenza.

Allo stato attuale, non esistono le condizioni serene per sottoscrivere il contratto.

Ribadiamo che per noi è fondamentale un incontro con il Presidente del Consiglio, per ulteriori risorse sul contratto, l'archiviazione dei provvedimenti e delle inchieste formali al Segretario e per ridare dignità a tutti i Servitori dello Stato che noi rappresentiamo. Con serenità, si può decidere.

Roma 13/12/24

Segreteria Generale